Although books have been written about various opera houses throughout the world, no one work has covered more than a relatively small number of the larger, well known companies and houses, and none have made more than brief mention of the smaller houses. No book has comprehensively listed opera repertories. Little, in sum, has been written about any of the smaller companies and houses located in non-English-speaking countries. This is the most comprehensive reference book ever written on opera companies and houses in Western Europe, Canada, Australia and New Zealand--over 300, from the well known to the smaller. Each entry includes a history of the opera house or company, the works (title and composer) and type of productions offered, company staff, world and country premieres, repertory, and practical information on the theater's address, nearby hotel accommodations and how to order tickets. Most entries conclude with a bibliography.
[Italiano]: In un momento così significativo per la storia europea e mondiale, questo volume vuole essere la raccolta di riflessioni scientifiche condotte sui rapporti tra le scelte politiche, le azioni militari e la fisionomia delle città e del paesaggio urbano, sull’evoluzione delle strutture e delle tecniche di difesa, sulla rappresentazione della guerra e dei suoi effetti sull’immagine urbana, sul recupero delle tracce della memoria cittadina. Da una parte il campo delle Digital Humanities apre nuove prospettive per studiare l'immagine della città prima, durante e dopo la guerra, dall’altro le tecnologie digitali impegnano studiosi e ricercatori di varie discipline: in particolare nell’ambito del disegno viene esplorato il ruolo della rappresentazione nella formulazione dei progetti urbani di difesa e nella documentazione degli eventi bellici e delle tracce lasciate dai conflitti, mentre nell’ambito del restauro vengono approfondite le sfide teoriche e pratiche imposte dai danni arrecati dai conflitti ai centri storici, passando in rassegna casi studio, soluzioni e dibattiti relativi alla conservazione del patrimonio urbano coinvolto in azioni di guerra, con un'attenzione particolare all'identità e alla memoria collettiva./[English]: At such a significant moment in European and world history, this volume aims to be a collection of scientific reflections about the relationships between political choices, military actions and the physiognomy of cities and the urban landscape, about the evolution of defence structures and techniques, about the representation of war and its effects on the urban image, and about the recovery of the traces of city memory. On the one hand the field of Digital Humanities opens up new perspectives to study the image of the city before, during and after the war, on the other hand digital technologies engage academics and researchers from various disciplines: In particular, in the area of drawing, the role of representation in the formulation of urban defence projects and in the documentation of wartime events and the traces left behind by conflicts is explored, while in the area of conservation, the theoretical and practical challenges imposed by the damage caused by conflicts to historic centres are explored, reviewing case studies, solutions and debates relating to the conservation of urban heritage involved in wartime actions, with a focus on identity and collective memory.
Psychology and the Other Disciplines looks at how Aristotelian psychology developed from the medieval to the early modern period, by studying its interactions with the other philosophical disciplines, medicine, and theology.
In the first third of the twentieth century, South America became the most important market for many European theatrical companies. When Italy found itself in various theatrical crises, Walter Mocchi created a transoceanic theatrical empire, using his business acumen to craft viable solutions. While his efforts were most visible in the sphere of opera, he played an extremely significant role in the promotion and circulation of popular forms of musical theatre (such as operetta) and staged world premieres of works by Italian superstars in Argentina (such as Mascagni's Isabeau), thus offering an early example of what Stephen Greenblatt calls 'cultural mobility'.
"In this elegantly constructed study of the early decades of public opera, the conflicts and cooperation of poets, composers, managers, designers, and singers—producing the art form that was soon to sweep the world and that has been dominant ever since—are revealed in their first freshness."—Andrew Porter "This will be a standard work on the subject of the rise of Venetian opera for decades. Rosand has provided a decisive contribution to the reshaping of the entire subject. . . . She offers a profoundly new view of baroque opera based on a solid documentary and historical-critical foundation. The treatment of the artistic self-consciousness and professional activities of the librettists, impresarios, singers, and composers is exemplary, as is the examination of their reciprocal relations. This work will have a positive effect not only on studies of 17th-century, but on the history of opera in general."—Lorenzo Bianconi
In Lombardia, a Loreto o in Vaticano i luoghi di Bramante mi sembrano concorrere a delineare aspetti generali di una città e di un paesaggio costruito ancora adeguati. Una costruzione forse frammentaria, sospesa, ma comunque capace di rappresentare il valore pubblico della città e di attribuire senso e misura a preesistenze, persino a rovine. Come frammenti ancora affioranti le opere di Bramante sanno riunire impianto, topografia e aspetti naturali del paesaggio, permanenze e costruzione tecnica, luogo del progetto e progetto. Sino a poter costituire ancor oggi un irrinunciabile insegnamento.
Questo libro raccoglie una serie di saggi sulla postproduzione intesa sia quale condizione che connota oggi i territori europei – dopo il fordismo e il post-fordismo si assiste alla “rinuncia” a produrre prodotti concreti –, sia quale atteggiamento progettuale – realizzare non è più sufficiente e non è più centrale servono interventi altri, altre sovrascritture. Come nella prassi cinematografica, raramente la presa diretta esaurisce il momento di formalizzazione di un film: è necessario applicare un complesso di operazioni – raccolte appunto nel termine “postproduzione” – quali il doppiaggio, il montaggio, il missaggio che seguono la fase delle riprese e precedono la commercializzazione. Importare il termine “postproduzione” nel dizionario architettonico e urbanistico implica rivedere il processo progettuale alla luce di una sua estensione o di una rinnovata attenzione a tutto il suo arco di sviluppo. Questa raccolta di testi rappresenta la terza tappa di un percorso di ricerca avviato con la pubblicazione del volume Nello spessore. Traiettorie e stanze dentro la città e successivamente articolato nel libro Alter-azioni. Note oltre la realtà. Con questo terzo approfondimento su La città della post-produzione si chiude un ipotetico trittico dedicato all’architettura del progetto contemporaneo.