Un giovane pescatore imprigiona per sbaglio una sirena nella sua rete. La lascia andare in cambio di una promessa: ogni giorno, la sirena tornerà da lui e canterà per attirare i pesci. Giorno dopo giorno, i due si innamorano, ma il giovane non può seguirla in fondo al mare, perché, diversamente da lei, ha un’anima umana. L’unico modo che ha di realizzare il suo sogno, perciò, è sbarazzarsi della sua anima. Ma è una scelta che avrà delle conseguenze.
La seconda raccolta di poesie del poeta e scrittore livornese Giuseppe Conti. I temi (divisi per colore: giallo, rosso, verde, blu e bianco)spaziano dall'amore all'esistenzialismo. Quella di Giuseppe Conti è una poesia ermetica dal sapore spesso malinconico, ma che riesce sempre a esprimere gratitudine per la vita.
Oliver sapeva raccontare le storie in un modo davvero coinvolgente e aveva uno strano modo di farlo: parlava sempre come se fossi io il protagonista dei suoi racconti. Amava profondamente il mare ed io, appena potevo, correvo da lui ad ascoltare le sue storie. Una volta me ne raccontò una che non dimenticherò mai: parlava degli abissi e delle bizzarre forme di vita che li popolano. Mi fece vivere un’avventura che mi permise di scoprire le bellezze di questo mondo sconosciuto e di apprezzarne le infinite sfumature cogliendo quella sottile differenza che distingue l’impossibile dall’improbabile. L’IDEA RACCONTATA DALL’AUTORE “Tutto è iniziato da un piccolo problema di compensazione ad un orecchio che mi impediva di scendere nelle profondità del mare. Non potevo resistere, desideravo con tutte le forze tornare ad immergermi in apnea ma non potevo: i dottori mi dissero che avrei dovuto aspettare almeno 3 mesi. Era un tempo assolutamente troppo lungo così ho deciso di solcare le profondità con la fantasia visitando luoghi davvero incredibili. Alla fine ci sono voluti 8 mesi per finire il libro e altrettanti per tornare in mare, ma in fondo ne è valsa la pena. Il libro è stato un modo per ricordare e ordinare tutte le emozioni che il mare mi ha regalato e in più la prima volta che ho rimesso la testa sotto a quel manto blu incantato ho provato una sensazione davvero magica: mi sembrava una favola e probabilmente lo era e lo è ancora oggi.”
Il cinema di Ingmar Bergman, il Genio di Uppsala, spiegato a chi lo ignora attraverso le recensioni di 18 grandi film e due saggi sull'influenza sui suoi film della filosofia di Kierkegaard e del teatro di Strindbergh.